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Orsini Pubblicazioni Arte Contemporanea
Associazione culturale per la diffusione dell’Arte e l’Editoria
presenta
L’UTOPIA DI VAN GOGH
Mostra personale di
pittura
di
Giulia Sargenti
a cura di Rosa Orsini
Dal 5 al 12 giugno 2020
ore 9:30 – 13:00/ 15:00- 19:30 (domenica esclusa)
Apertura mostra venerdì 5 giugno 2020
VERNISSAGE
venerdì pomeriggio
5 giugno 2020
Ore 17:30
Galleria Simmi
Via dei Soldati n. 27- Roma
www.galleriadartesimmi.it
tel. 06 6875613- 06 68803783
Il
5 giugno 2020 la galleria Simmi di Roma inaugura la mostra “L’Utopia di Van
Gogh” di Giulia Sargenti. Seconda
personale dell’artista romana che per l’occasione presenta la pubblico un
corpus di nove opere pittoriche sulle quali traspone la sua personale visione
dell’esistenza drammatica del famoso pittore. La mostra avrà luogo nella
galleria di via dei Soldati 27, fino al
12 giugno.
“Questo progetto nasce
da una riflessione su una parola e il collegamento con un artista. La parola è
utopia e l’artista è Vincent Van Gogh” dichiara.
Un
lavoro impegnativo, maturato nel corso del 2019, che l’ha vista confrontarsi
con uno dei più importanti maestri dell’arte moderna. Riflettendo sulla vita
dell’artista, Giulia analizza la dimensione utopica desiderata da Van Gogh, vissuta
come esperienza, purtroppo fallimentare, del suo soggiorno in Provenza (1888-1889)
che si riflette nel suo ambiente e nelle amicizie, prima di tutto quella con
Gauguin.
Giulia mette in atto una
continuità di pensiero con il tema dell’utopia che contraddistingue l’apice e
la caduta del genio olandese, dove l’identificazione con l’ideale è ragion
d’essere, condizione idilliaca per lenire le sue sofferenze umane ed
esistenziali.
Dai
sei pannelli in depron alle tre tele ad olio assistiamo ad un’analisi
speculativa che si sviluppa di quadro in quadro, che innesca nuovi linguaggi e
contenuti formali, e che partendo dalla una interpretazione emozionale dei
famosi “girasoli”, senza cadere in una retorica del soggetto o in una banale
riproduzione visiva, approda ad una figurazione più ragionata, che diviene
narrazione drammatica del vissuto del pittore olandese, e che incrocia
l’esperienza personale della Sargenti.
In
questo processo meditativo si innesca quindi in primo luogo il tentativo di
dare una nuova chiave di lettura ai famosi “girasoli”, la cui fascinazione è da
attribuire al magnetismo cromatico ripreso dall’arte nipponica, che aveva
conquista l’occidente con i bellissimi “ukiyo-e” .
Per
la realizzazione dai sei pannelli in depron che vanno a formare il ciclo “Omaggio
a Vincent”, Giulia riprende come soggetto di base le più famose versioni realizzate
da Van Gogh, proprio durante il suo soggiorno in Provenza: dalla versione
distrutta durante il bombardamento di Ashiya Nishomiya durante la seconda
guerra mondiale a quelle ospitate al Sompo Japan Museum of Art di Tokyo e alla
National Gallery di Londra. Riconosciamo il “Vaso con dodici girasoli” del Neue
Pinakothek di Monaco di Baviera e la versione del Philadelphia Museum of Art.
Infine la versione più famosa dei girasoli oggi al Van Gogh Museum di
Amsterdam.
Il girasole diviene metafora
della vita. Giulia recupera il soggetto “icona”, conferendo un senso tragico e
drammatico che possiamo leggere nel suo linguaggio pittorico, contemporaneo ed estemporaneo,
dove le colature in basso esprimono la caducità dell’esistenza umana e la
fragilità dei valori.
Ispirazione ed
interpretazione sono quindi alla base della produzione pittorica .
La
tela "God only knows (Le iris)" è evidentemente ispirata al “Vaso con
iris”, ma il significato del fiore, originariamente simbolo di vita, si mescola
con il senso della morte e della rinascita. La narrazione passa allora
attraverso la vicenda della mutilazione con "Il martirio di Van
Gogh", liberamente ispirato all’“Autoritratto con orecchio bendato”, nel
quale Vincent descrive sé stesso come martire della pittura. Giulia raccoglie gli
elementi salienti della figurazione in un impianto scenico dove i girasoli
perdono consistenza, sono massa informe di colore nel vuoto. Analoga rappresentazione
si compenetra con il tema della fine dell’amicizia, riflettuta da Paul Gauguin
nella “Nature morte à L'Espérance” del1901, da cui Giulia parte per realizzare
“L’espérance (i girasoli di Gauguin)”.
“L’Utopia di Van Gogh” è quindi pretesto di
una ricerca artistica che indaga la dimensione psichica e sociale del pittore,
non solo l’artista ma soprattutto l’uomo, tormentato e inquieto. Colui che nel
cuore dei suoi anni non ha più il coraggio di reagire alle delusioni, assurge a
martire della sua umana fragilità.
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