lunedì 19 settembre 2022

Inaugurata il 16 settembre 2022 la mostra collettiva "Il tempo dell'oggi - espressioni artistiche" a cura di Rosa Orsini

Nella sala della Casa del Municipio di Roma, in via Galilei 53,  ha luogo fino al prossimo 30 settembre la mostra collettiva "Il tempo dell'oggi - espressioni artistiche" a cura di Rosa Orsini, in collaborazione con la galleria Arte Sempione e l'associazione Officine Culturali Romane.

In esposizione le opere di Danilo Corsetti, Volker Klein, Stefano Notarmuzi, Monica Osnato, Stefania Pinci, Davide Romanò, Claudio Sciascia, Massimiliano Sciuccati, Barbara Trani.


Catalogo realizzato da Orsini Pubblicazioni Arte Contemporanea


mercoledì 1 giugno 2022

Galleria Arte Sempione: presentazione del catalogo d'arte Artisti in Campo, curato dal critico d'arte Rosa Orsini

Roma, 19 maggio 2022


Si è svolta  alla Galleria Arte sempione di Roma la presentazione del 4 numero del catalogo d'arte "Artisti in Campo", a cura di Rosa Orsini. Una serata all'insegna della convivialità, in presenza di  artisti importanti, Ezio Farinelli, Vincenzo Labianca, Lucilla Labianca, Volker Klein e Carlo Vigevani. 
Una dissertazione attenta sull'arte e sul ruolo del critico d'arte nel nostro tempo.


Andrea Lepone intervista Rosa Orsini, redattrice di “Artisti in Campo”, catalogo d’arte contemporanea, alla Galleria Arte Sempione di Roma.

    Perché la scelta di questo titolo, “Artisti in Campo”?

R.O: Volevo creare un prodotto che parlasse di arte contemporanea focalizzando l’attenzione sui suoi protagonisti. E ho voluto scegliere un titolo diverso rispetto alla moda e all’uso comune di usare neologismi che ruotano intorno alla parola inglese Art. “Artisti in campo” significa principalmente questo:  dare voce agli artisti che animano il panorama internazionale, scesi in campo ad affermare, ognuno con la propria identità, la vivacità e il fermento dell’arte del nostro tempo. Una locuzione che indica quindi un’azione, l’intenzione ad operare all’interno del mondo artistico, assumendo un ruolo dinamico, eroico se vogliamo, come moderni paladini scesi nell’arena. Ma sottende anche un invito a presentarsi e farsi presentare al pubblico tramite un linea critica che spiega l’individuale stile di ognuno. Il motto è “conoscere per riconoscere”, per indirizzare il pubblico ad una migliore comprensione e valutazione delle arti contemporanee.

Parliamo del nuovo numero di Artisti in Campo?

R.O: Oggi presentiamo il 4 numero del catalogo “Artisti in campo”. Si tratta di un “cahier d’art” con 7 profili di artisti internazionali, italiani e stranieri. La Sicilia è presente con Turi Sottile, a cui abbiamo dedicato la copertina, e Stefano Donato che chiude la pubblicazione. Due artisti antitetici, il primo astratto, il secondo vedutista, ma entrambi coinvolti dalla forza espressiva del colore a cui danno forma visiva. Proseguiamo con Stefania Pinci, di cui potete ammirare le opere in galleria, dominate da una visione naturalistica di grande espressività cromatica.  Segue Volker Klein, artista tedesco di grande temperamento, artefice di una pittura che guarda al nostro tempo, che potrei definire anarchica nella scelta e nell’accostamento di stili e materia, ma pur sempre efficace. Passiamo poi ai paesaggi oscuri e misteriosi di Verena D’Alessandro, per poi proseguire con Vincenzo Labianca, grande interprete di una pittura figurativa e paesaggistica di stampo accademico, resa contemporanea da uno spatolato materico, e Lucilla Labianca, artista che guarda ai nuovi linguaggi digitali per riproporre soggetti classici e mitologici. Personalità diverse, per formazione e vocazione artistica che ben rappresentano parte della produzione contemporanea. Che hanno accettato di partecipare alla stesura del catalogo, invitandomi ad entrare nei loro atelier, dove ho potuto vedere da vicino i loro lavori, osservarli e comprenderne il senso artistico, e intrattenermi nell’ascoltare il racconto della loro carriera artistica.



 Quali sono oggi i punti focali, tecnicamente parlando, dell'Arte Contemporanea?

R.O: Oggi l’arte è frutto della libertà di espressione. Libertà che si riflette nella scelta delle tecniche, degli strumenti e degli stilemi, nella sperimentazione della materia. L’arte contemporanea non è solo astratta è informale, ma è molto di più complesso, difficile da circoscrivere in una semplice definizione. Non ci sono reali vincoli alla sua manifestazione. La mia esperienza, forgiata appunto nella redazione di “Artisti in Campo”, che nasce come rivista free press nel 2015 per poi diventare un catalogo d’arte, e anche prima attraverso un blog di informazione, mi ha permesso di entrare in contatto con tantissimi artisti, da Natino Chirico, a Mauro Magni e Angelo Colagrossi,  da Ennio Calabria,  a Franco Mulas e Franco Fortunato, tanto da rendermi conto di come ognuno di loro abbia scelto un percorso diverso, ma sempre valido, per arrivare ad una compiutezza di tecnica e forma, ad una individuale estetica artistica. Il punto focale è la ricerca continua, mossa da quel demone interiore che impone la sua presenza e che determina la necessità di fare arte.

Rosa Orsini con Carlo Vigevani



 L'evoluzione delle forme artistiche come si è concretizzata dall'inizio dagli anni 2000 sino ad oggi, nell'arco quindi di un ventennio?

R.O: La novità degli ultimi anni è la spettacolarizzazione, il sensazionalismo che fa uso dell’arte per farne qualcos’altro. Ciò che emerge, come vediamo supportato dai mass medie, è ciò che fa più notizia, che ha un impatto immediato sul pubblico, che è capace di creare stupore, polemica, discussione. Ecco il perché della crescente critica nei confronti delle manifestazioni più importanti; non si dà importanza al reale senso artistico delle opere, non si dà una valutazione se non quella economica determinata da regole finanziarie.

 L'Arte, in un contesto storico delicato come quello che stiamo vivendo, può ancora incidere sulla società, migliorarne determinati aspetti?

R.O: L’arte ha sempre avuto una funzione sociale ma bisogna fare attenzione a non confonderla con i nuovi linguaggi di denuncia sociale, che ne fanno spesso strumento politico a danno della sua immagine. L’arte deve mantenere la sua identità, usando gli strumenti che la caratterizzano e cercare di interpretare il mondo in cui viviamo, non replicandolo con linguaggi provocatoriamente brutti, osceni, spesso propagandistici. Bisognerebbe preservare il senso artistico per restituire alla società strumenti di riflessione, di arricchimento, tornare a mio avviso ad un ruolo funzionale nel decoro urbano, rappresentativo, celebrativo, educando ad un senso estetico che rappresenti la modernità del nostro tempo.

In un ipotetico confronto, l'espressione artistica di oggi cosa potrebbe emulare dei grandi classici del passato?

R.O: Anche se siamo figli del nostro tempo, il passato rimane il nostro punto di riferimento, è come una costante a cui guardare quando vediamo che quello che stiamo producendo non aggiunge niente di nuovo e di rilevante alla nostra crescita umana. C’è quasi sempre un andare avanti e indietro, come ritornare alle origini, per poi sentirsi pronti a proseguire la ricerca. Diciamo che sotto certi aspetti il nostro tempo è più vicino al linguaggio delle avanguardie e a quello che ad esso è seguito: spazialismo, espressionismo astratto, ecc. Ma c’è da una parte anche un ritorno ad una figurazione accademica e nel contempo la sperimentazione dei nuovi strumenti digitali. Emulare il passato non è facile, forse non è il termine esatto. Diciamo piuttosto che qualsiasi sia il mezzo, l’intento dovrebbe essere quello di tendere all’espressione che eleva l’anima oltre il tangibile e la percezione sensoriale, per giungere al sublime, come diceva Pseudo Longino, all’”eco di un alto sentire”, capace di travolgere lo spettatore e precipitarlo nella vertigine.

 Quante possibilità ci sono per un artista emergente di raggiungere la critica specializzata e il grande pubblico?

R.O: Innanzi tutto bisogno parlare dell’importanza del ruolo del critico, oggi spesso confuso con quello di curatore o organizzatore di eventi. Il critico studia lo stile, la tecnica, la genesi del pensiero artistico, entra in simbiosi, in empatia con l’artista, quasi a leggergli dentro l’anima. In tal modo è in grado di fornire lo strumento di decodificazione di un linguaggio fatto di immagini, segni, colore, espressione e,  molto spesso, sintesi di una figurazione o di un’idea che supera o annulla la forma. Lavoro difficile, implica studio, passione, percezione e interpretazione. perché misura la sensibilità di leggere tra le pieghe, nelle scanalature delle pennellate o delle incisioni, per interpretare una narrazione spesso complessa o astratta, usata per convogliare messaggi concettuali. C’è quindi dietro un lavoro di analisi dell’opera che riporta all’intenzione a monte dell’artista, al modus operandi, per poi arrivare alla stesura di un testo che ne raccoglie il senso compiuto, evitando di essere autoreferenziali. Quindi un ruolo anche di responsabilità verso l’artista e il pubblico, di cui si fa ponte comunicativo. Una figura che spesso viene considerata superflua, sostituita o scavalcata da altre figure, tant’è che molti artisti non si fanno seguire, non si affidano alle cure del critico. E secondo me è uno sbaglio.

Quindi in primo luogo riconoscere la funzione del critico d’arte è già un primo passo per passare dal linguaggio dell’arte visiva a quello letterario, che accostati, aprono lo sguardo alla lettura esaustiva di un’opera, di un manufatto, di una produzione artistica. E’ importante scegliere un critico, il quale spesso si avvale dei suoi canali di informazione. Importanti diventano quindi le riviste specializzate. L’informazione è importante per uscire da quella nicchia in cui l’arte contemporanea è confinata. Ultimo quesito, come arrivare al pubblico? Oggi i canali di comunicazione sono tanti, però bisogna fare un distinguo tra i social di massa e la rivista specializzata. Pubblicare un post o una foto evento resta una goccia in mezzo al mare; fissare su carta il momento, il pensiero raccolto dal critico o dal giornalista lo trasforma in strumento di lettura e riflessione, ma anche di studio e confronto nel percorso di conoscenza di un artista che assume sempre più rilevanza nel mondo contemporaneo.