giovedì 27 agosto 2020

Presentazione del 2 numero del Catalogo Artisti in Campo a Ostia

Ostia "Tratti femminili" nel Chiostro del municipio


Seconda stagione della rassegna organizzata da Elisa Palchetti per il X municipio; sette serate tra musica, teatro, letteratura e cinema.
Il 28 agosto, in seno alla giornata dedicata all'editoria, tra le ospiti anche Rosa Orsini con il catalogo Artisti in Campo. appuntamento ore 20,30
ingresso libero


i con la rivista “Artisti in Campo”

mercoledì 24 giugno 2020

Presentazione del 2 numero del catalogo d'arte Artisti in Campo alla galleria La Pigna di Roma


In occasione del Vernissage della mostra collettiva
“L’arte come rappresentazione di ideali irraggiungibili”

Presso la Galleria La Pigna di Roma


Orsini Pubblicazioni Arte Contemporanea
Associazione culturale per la diffusione dell’Arte e l’Editoria
 presenta
Artisti in Campo
Catalogo di Arte Contemporanea

a cura di Rosa Orsini

venerdì 26 giugno 2020
dalle ore 17:00 alle ore 20:00

Galleria La Pigna
Palazzo Maffei Marescotti
Via della Pigna 13a, Roma





Orsini Pubblicazioni Arte Contemporanea, Associazione culturale per la diffusione dell’Arte e l’Editoria, presenta il secondo numero di Artisti in Campo, Catalogo di Arte Contemporanea. La presentazione avviene in concomitanza col Vernissage della mostra collettiva  “L’arte come rappresentazione di ideali irraggiungibili” nei locali della galleria La Pigna di Roma.
L’opera a cura di Rosa Orsini, critico e curatore d’arte nonché presidente dell’associazione culturale che edita la pubblicazione, segue la precedente del marzo 2019. Raccoglie al suo interno 8 profili di artisti italiani. I testi critici,  accurati e puntuali nella descrizione degli stilemi e dei singoli percorsi artistici, nascono da incontri ed interviste con esponenti di rilevo del panorama culturale italiano ed internazionale.
Un lavoro di ricerca e di indagine all’interno dell’universo artistico per comprendere lo stato dell’arte ed offrire al pubblico una cognizione tecnica e critica dei protagonisti del nostro tempo.
Scrive la Orsini nella prefazione del catalogo:
In questo secondo volume l’attività artistica appare come non mai collegata alla
rappresentazione della realtà. Plasmata dall’ambiente percettivo e culturale in cui si muove,
l’arte nella sua funzione simboleggiante è un progetto di osservazione della natura, ma nella
moderna concezione dell’essere fa appello a nuovi significati individuati negli oggetti osservabili.
L’arte, basata sull’evoluzione cognitiva del senso estetico, diviene quindi produttrice di simboli,
di forme e colori, volumi e masse adoperati per indicare una qualsiasi realtà, situazione o
stato d’animo, che l’artista consideri significativo di attenzione. Indispensabile quindi risalire
ad una psicologia dell’arte che fa appello alla personalità dell’artista, alle sue caratteristiche
motivazionali, emotive e attitudinali. Ma pur osservando i diversi e molteplici meccanismi
percettivi e visivi, e i processi creativi edificati sull’immaginazione o governati dalla memoria, ci
appare evidente come l’attività produttiva nell’arte risulti inequivocabilmente rappresentativa e
simbolica della natura, la quale rimane il campo della sua ricerca.
In questo numero la Orsini apre la pubblicazione con una lunga intervista a Franco Mulas, artista romano di grande levatura, dove si ripercorre la sua lunga carriera, costellata di successi e dettata da una grande passione per la pittura, sempre pronta ad assecondare nuovi impulsi creativi.
Si prosegue con un testo dedicato all’artista calabrese Natino Chirico, protagonista a Roma lo scorso febbraio alla “galleria Fidia”con una personale pittorica di grande fascinazione dominata da caleidoscopici lavori su tela, con cui omaggia il grande regista Federico Fellini di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Un tributo che ha visto luce lo scorso novembre in Argentina dove Chirico ha presentato e donato alcuni dei suoi lavori all’Istituto Culturale Italiano.
Presenti testi critici dedicati gli artisti romani Stefano Sesti, che ha aperto la stagione autunnale con una serie di lavori astratti di grande pathos emotivo,  e Valeria Faillaci, le cui opere  pittoriche, che indagano il mistero dell’uomo e dell’universo sono viaggi onirici verso mondi sconfinati.
Si aggiungono i testi su Giovanni Franceschetti, che con le sue sculture alchemiche indaga il tema dell’archetipo, e su Massimo D’Aiuto, talentuoso scultore dal linguaggio moderno, che ci regala nuove emozioni sensoriali con i suoi profili scultorei. Franca Asciutto ci delizia con sorprendenti disegni dalla struttura complessa dove primeggiano campiture architettoniche di fantasiose città utopistiche e surreali.
Il catalogo si conclude con una intervista a Tito, artista e religioso scomparso nel 2018, incontrato dalla Orsini nel 2017, per una delle sue ultime interviste, forse addirittura l’ultima concessa nel suo studio situato all’interno di un importante complesso architettonico nel quartiere di San Giovanni, a fianco della Scala Santa, dove ha fondato la galleria Sala 1.


giovedì 27 febbraio 2020

L’UTOPIA DI VAN GOGH - Mostra personale di pittura di Giulia Sargenti

Comunicato stampa 



Orsini Pubblicazioni Arte Contemporanea
Associazione culturale per la diffusione dell’Arte e l’Editoria
presenta

L’UTOPIA DI VAN GOGH

Mostra personale di pittura
di
Giulia Sargenti


a cura di Rosa Orsini


Dal 5  al 12 giugno 2020
ore 9:30 – 13:00/ 15:00- 19:30    (domenica esclusa)

Apertura mostra venerdì 5 giugno 2020

VERNISSAGE
venerdì pomeriggio
5 giugno 2020
Ore 17:30



Galleria Simmi
Via dei Soldati n. 27- Roma
www.galleriadartesimmi.it
tel. 06 6875613- 06 68803783

Il 5 giugno 2020 la galleria Simmi di Roma inaugura la mostra “L’Utopia di Van Gogh” di Giulia Sargenti. Seconda  personale dell’artista romana che per l’occasione presenta la pubblico un corpus di nove opere pittoriche sulle quali traspone la sua personale visione dell’esistenza drammatica del famoso pittore. La mostra avrà luogo nella galleria di via dei Soldati  27, fino al 12 giugno.
“Questo progetto nasce da una riflessione su una parola e il collegamento con un artista. La parola è utopia e l’artista è Vincent Van Gogh” dichiara.
Un lavoro impegnativo, maturato nel corso del 2019, che l’ha vista confrontarsi con uno dei più importanti maestri dell’arte moderna. Riflettendo sulla vita dell’artista, Giulia analizza la dimensione utopica desiderata da Van Gogh, vissuta come esperienza, purtroppo fallimentare, del suo soggiorno in Provenza (1888-1889) che si riflette nel suo ambiente e nelle amicizie, prima di tutto quella con Gauguin.
Giulia mette in atto una continuità di pensiero con il tema dell’utopia che contraddistingue l’apice e la caduta del genio olandese, dove l’identificazione con l’ideale è ragion d’essere, condizione idilliaca per lenire le sue sofferenze umane ed esistenziali.
Dai sei pannelli in depron alle tre tele ad olio assistiamo ad un’analisi speculativa che si sviluppa di quadro in quadro, che innesca nuovi linguaggi e contenuti formali, e che partendo dalla una interpretazione emozionale dei famosi “girasoli”, senza cadere in una retorica del soggetto o in una banale riproduzione visiva, approda ad una figurazione più ragionata, che diviene narrazione drammatica del vissuto del pittore olandese, e che incrocia l’esperienza personale della Sargenti.
In questo processo meditativo si innesca quindi in primo luogo il tentativo di dare una nuova chiave di lettura ai famosi “girasoli”, la cui fascinazione è da attribuire al magnetismo cromatico ripreso dall’arte nipponica, che aveva conquista l’occidente con i bellissimi “ukiyo-e” .
Per la realizzazione dai sei pannelli in depron che vanno a formare il ciclo “Omaggio a Vincent”, Giulia riprende come soggetto di base le più famose versioni realizzate da Van Gogh, proprio durante il suo soggiorno in Provenza: dalla versione distrutta durante il bombardamento di Ashiya Nishomiya durante la seconda guerra mondiale a quelle ospitate al Sompo Japan Museum of Art di Tokyo e alla National Gallery di Londra. Riconosciamo il “Vaso con dodici girasoli” del Neue Pinakothek di Monaco di Baviera e la versione del Philadelphia Museum of Art. Infine la versione più famosa dei girasoli oggi al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Il girasole diviene metafora della vita. Giulia recupera il soggetto “icona”, conferendo un senso tragico e drammatico che possiamo leggere nel suo linguaggio pittorico, contemporaneo ed estemporaneo, dove le colature in basso esprimono la caducità dell’esistenza umana e la fragilità dei valori.
Ispirazione ed interpretazione sono quindi alla base della produzione pittorica .
La tela "God only knows (Le iris)" è evidentemente ispirata al “Vaso con iris”, ma il significato del fiore, originariamente simbolo di vita, si mescola con il senso della morte e della rinascita. La narrazione passa allora attraverso la vicenda della mutilazione con "Il martirio di Van Gogh", liberamente ispirato all’“Autoritratto con orecchio bendato”, nel quale Vincent descrive sé stesso come martire della pittura. Giulia raccoglie gli elementi salienti della figurazione in un impianto scenico dove i girasoli perdono consistenza, sono massa informe di colore nel vuoto. Analoga rappresentazione si compenetra con il tema della fine dell’amicizia, riflettuta da Paul Gauguin nella “Nature morte à L'Espérance” del1901, da cui Giulia parte per realizzare “L’espérance (i girasoli di Gauguin)”.
 “L’Utopia di Van Gogh” è quindi pretesto di una ricerca artistica che indaga la dimensione psichica e sociale del pittore, non solo l’artista ma soprattutto l’uomo, tormentato e inquieto. Colui che nel cuore dei suoi anni non ha più il coraggio di reagire alle delusioni, assurge a martire della sua umana fragilità.